Nuova Zelanda - Isola del Sud
Promettiamo di essere il più concisi possibile, ma fidatevi: raccontare un viaggio in Nuova Zelanda senza dilungarsi è praticamente impossibile! Se state pensando di visitare questa meravigliosa isola oceanica, sappiate che due settimane non basteranno mai per godersela appieno. Certo, con un buon itinerario e tanta forza di volontà, si può provare a comprimere l’esperienza in 14 giorni… ma preparatevi a un viaggio intenso, stancante e, probabilmente, non proprio economico.
Per noi, il viaggio è iniziato ben prima di salire sull’aereo. Decidere di lasciare tutto per diventare backpackers significava tagliare ogni spesa superflua e trovare soluzioni alternative per viaggiare il più a lungo possibile senza dilapidare il budget. Ed è qui che è entrato in gioco Workaway. Se non lo conoscete, è una piattaforma che mette in contatto viaggiatori con famiglie, fattorie o organizzazioni in cerca di una mano, offrendo in cambio vitto e alloggio. Mesi prima della partenza, ci siamo messi in contatto con tre famiglie e abbiamo iniziato a pianificare il nostro itinerario in base alla loro disponibilità ad accoglierci.
Ma la vera sfida di un viaggio in Nuova Zelanda non è tanto l’organizzazione… sono le ore di volo! Noi ci abbiamo messo ben 28 ore per arrivare, e quando finalmente abbiamo messo piede a terra, eravamo così distrutti che Giulia, scendendo dall’aereo con le gambe completamente intorpidite, si è subito storta una caviglia. Se continuerete a seguirci, scoprirete che queste cose a lei capitano spesso… vi abituerete anche voi! 😆
Queenstown - Il nostro primo impatto con la Nuova Zelanda
Dopo 28 ore di volo, finalmente mettiamo piede a Queenstown. Prima, però, ci sono da superare i controlli di frontiera, che in Nuova Zelanda sono piuttosto rigidi: niente cibo, niente prodotti di origine animale e attenzione persino alle suole delle scarpe, che potrebbero aver calpestato ecosistemi a rischio. Un consiglio? Pulitele bene prima di partire, perché vi controlleranno anche quelle. E ovviamente, assicuratevi di avere tutti i documenti in regola, visto incluso se necessario. Noi, oltre al visto per la Nuova Zelanda, abbiamo fatto anche quello di transito per l’Australia: non era obbligatorio, ma abbiamo preferito essere pronti a qualsiasi evenienza.
Uscire dall’aeroporto è una piccola impresa: siamo distrutti dal viaggio, il jet lag si fa sentire e l’unica cosa che vorremmo è un letto. Ma appena mettiamo piede fuori, l’aria fresca e frizzante di Queenstown ci fa dimenticare la stanchezza. È davvero uno di quei posti che ti accoglie con un abbraccio naturale, tra montagne imponenti e il lago Wakatipu che brilla sotto il sole.
Ecco, qui abbiamo fatto il nostro primo errore da viaggiatori improvvisati: non avevamo prenotato un posto dove dormire. Niente di niente. La consapevolezza ci ha raggiunti solo alla dogana, quando ci hanno chiesto l’indirizzo del nostro alloggio. Quindi, piccolo consiglio: prenotate almeno la prima notte. Dopo un viaggio così lungo, avrete bisogno di ricaricare le energie per il giorno dopo. Noi, invece, abbiamo iniziato l’avventura già in modalità "sopravvivenza".
Queenstown è una cittadina giovane, piena di vita e perfetta per chi ama l’adrenalina. Qui si può fare di tutto: rafting, skydiving, golf, e ovviamente bungy jumping. Non un bungy qualsiasi, ma il primo del mondo, quello storico sul ponte Kawarau. Tre giorni qui ci sono bastati per immergerci nell’atmosfera e poi abbiamo deciso che era ora di metterci in viaggio. 🚐🏔️🌿
On the Road - Arrowtown, Lake Wanaka, Lake Pukaki, Lake Tekapo e Mount Cook
La prima missione: trovare un’auto. Se avete intenzione di viaggiare a lungo, potrebbe valer la pena comprarne una (cosa che in Nuova Zelanda è sorprendentemente conveniente). Noi, invece, abbiamo scelto di noleggiare più mezzi durante il viaggio, approfittando delle offerte di “relocation”, che permettono di spostare auto da un punto all’altro del paese per cifre ridicole, tipo 1€ al giorno (carburante escluso). Per la ricerca dell’auto abbiamo usato transfercar.co.nz e rentalcars.com, mentre per van e camper, imoova.com. Sfruttare le relocation è un modo molto economico di viaggiare, ma richiede grande adattabilità, visto che ci sono pochissimi mezzi disponibili e non c’è la possibilità di scegliere il tragitto!
Una volta trovata l’auto, siamo partiti in direzione est, verso il Mount Cook. Le strade sembrano uscite da un film: vallate dorate, cieli azzurri, chilometri di paesaggi da cartolina. Prima tappa: Arrowtown, un piccolo gioiello che sembra rimasto fermo nel tempo. Qui abbiamo mangiato un ottimo fish & chips e poi via, direzione Lake Wanaka. L’albero solitario che emerge dal lago è una delle immagini più iconiche della Nuova Zelanda, e vederlo con i nostri occhi è stato un momento magico.
Vi renderete conto presto di quante ore dovrete trascorrere in auto, ma i paesaggi renderanno il viaggio molto più veloce e piacevole.
Arrivati a Lake Pukaki, il colore dell’acqua ci lascia senza parole: un blu irreale che sembra photoshoppato. Se siete fortunati, dal Peter’s Lookout potrete scorgere la cima innevata del Mount Cook. Noi, a questo punto, ci siamo resi conto che ancora una volta non avevamo un alloggio per la notte. La fortuna, però, è stata dalla nostra parte: un centro informazioni turistiche, isite.nz, ci ha trovato un campeggio in cui poter dormire in auto e ci ha salvato in extremis. Se preferite un'opzione più comoda, il White Horse Hill Campground è la scelta perfetta: si trova ai piedi del Mount Cook, immerso nella natura ed è perfetto per partire all’alba per le escursioni. Noi abbiamo dormito al Glenntanner Park Center, ma offre anche camere e tutti i comfort di cui si può aver bisogno dopo una lunga giornata di viaggio. 🚗🏔️🌿
Dobbiamo ammettere che quella notte non abbiamo dormito benissimo, ma il mattino dopo abbiamo assistito all’alba più bella della nostra vita e la stanchezza è svanita in un attimo. Il piano della giornata era di raggiungere la famosa vallata del Mount Cook e ammirarne la sua bellezza. Purtroppo, il tempo non ce lo ha permesso e, un po’ sconfitti, ci siamo diretti verso la meta successiva.
Lake Tekapo è stata la nostra prossima destinazione. Il tempo grigio e ventoso ha reso l’atmosfera suggestiva e abbiamo davvero apprezzato il tempo trascorso lì. Se vi recate al lago in primavera, tra novembre e febbraio, avrete una grande possibilità di vedere anche la fioritura dei lupini, fiori lilla dalla bellezza indescrivibile. Dedicate anche qualche minuto alla meravigliosa chiesa del Buon Pastore e poi ripartite. 🚗🌿💜
Christchurch ed il nostro primo Workaway
A Christchurch ci siamo fermati per visitare la città, ma soprattutto perché avevamo trovato una famiglia che ci avrebbe ospitati in cambio di lavoro tramite Workaway.
La città, completamente ricostruita dopo il devastante terremoto del 2011, ha un’anima giovane e resiliente. Abbiamo passeggiato nel giardino botanico, pranzato al Riverside Market e fatto un salto a New Brighton per mettere i piedi nell’oceano.
Ma la vera esperienza è iniziata quando Simona, la nostra host, è venuta a prenderci per portarci nella sua fattoria, sperduta nella campagna neozelandese: la città più vicina? A più di un’ora di strada. Lì abbiamo trascorso due settimane, condividendo la dependance con un ragazzo francese e svegliandoci ogni mattina circondati solo da vallate e mucche. Il lavoro? Un po’ di tutto: dare da mangiare alle galline (più di 70!), raccogliere frutta, pulire grondaie, tagliare erba, spostare legna, sistemare equipaggiamenti per avicoltura fermi da anni… un vero assaggio di vita rurale. Le prime sere sono state difficili, ci sentivamo fuori posto. Ma col tempo ci siamo ambientati, e quando è arrivato il momento di partire, quasi ci dispiaceva. 🚜🌿🐓
Il nostro piano era di proseguire verso l’Isola del Nord, ma il ciclone Gabrielle ha scombinato tutto. Così abbiamo deciso di sfruttare il tempo extra per tornare a esplorare l’Isola del Sud e tutto quello che non eravamo riusciti a vedere per colpa del maltempo.
Milford Sound e l’aurora australe
Nel giro di qualche giorno siamo riusciti a trovare un camper e siamo ripartiti verso il Mount Cook, dove finalmente siamo riusciti a vedere la cima innevata e a percorrere la Hooker Valley Track, una camminata facile ma dalla bellezza immensa. La camminata dura circa 3 ore a/r, parte dal White Horse Hill Campground, e conduce ai piedi dell’imponente monte.
Altre 6 ore di viaggio ci hanno poi condotto a Milford Sound, l’unico fiordo della Nuova Zelanda, formatosi dall'erosione di un ghiacciaio. Fa parte del parco Te Wahipounamu, che è stato dichiarato patrimonio dell’UNESCO.
La strada per il fiordo richiede una pianificazione attenta, specialmente in base alla stagione. Il percorso può essere stretto e tortuoso, con condizioni meteorologiche imprevedibili. È essenziale controllare lo stato delle strade e assicurarsi che siano aperte. Inoltre, fate rifornimento a Te Anau, poiché non ci sono stazioni di servizio dopo questa città.
Milford Sound è un posto che va visto almeno una volta nella vita. Il modo migliore per esplorarlo è con una crociera, che dura circa due ore e costa 99 dollari neozelandesi. Noi abbiamo avuto la fortuna di avvistare foche e delfini, rendendo l’esperienza ancora più indimenticabile. Un consiglio? Portatevi un repellente: le sandflies sono ovunque e sono fastidiosissime.
Dopo un’esperienza del genere, si potrebbe pensare che sia difficile rimanere ancora stupiti. E invece, dopo Milford Sound, siamo tornati verso Queenstown e lungo la strada ci è successa una delle cose più incredibili di tutto il viaggio: abbiamo visto l’aurora australe. Per chi non lo sapesse, oltre alle famose luci del nord chiamate aurora boreale, è possibile assistere anche a quelle del circolo polare antartico. Se volete aumentare le vostre possibilità di avvistare l’aurora australe, vi consigliamo di scaricare l’app Aurora. Grazie a questa applicazione, potrete monitorare l’attività geomagnetica in tempo reale e scegliere il momento migliore per ammirare questo spettacolo naturale! 🌌✨
Il viaggio che non avevamo pianificato
Questo viaggio non è stato perfetto. Abbiamo fatto errori, ci siamo trovati senza alloggio più volte, abbiamo dovuto cambiare i piani all’ultimo momento. Ma forse è stato proprio questo a renderlo speciale. La Nuova Zelanda è un paese che ti sorprende, anche quando pensi di aver visto tutto. E se c’è una cosa che abbiamo imparato, è che qui, l’avventura è sempre dietro l’angolo.
La prossima tappa del viaggio ha subito una piccola modifica a causa delle condizioni meteorologiche, ma se avete tempo e il meteo lo permette, vi suggeriamo un’alternativa ancora più suggestiva. Raggiungete Picton in auto e prendete il traghetto per Wellington: una traversata di circa 3 ore e mezza attraverso lo Stretto di Cook, uno dei percorsi marittimi più panoramici al mondo! Questa opzione non solo è più economica rispetto a un volo, ma vi offre anche la possibilità di esplorare le città dell’Isola del Nord con più calma, assaporando ogni tappa del viaggio.